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Saturday, 20 April 2024
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                                            Il caso Vlašić

 

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Nella quiete stagnante della vicenda Medjugorje qualcosa è finalmente accaduto: è scoppiato un “caso” che ha per protagonista padre Tomislav Vlašić, l’estensore materiale, per conto dei veggenti, di quella che abbiamo definito una lettera scritta dalla Madonna al Papa (v. La lettera di padre Tomislav).

 

Muovendoci nella congerie di dati che improvvisamente si sono resi disponibili in internet cerchiamo di dare un resoconto essenziale della vicenda, riservandoci di completare il quadro nel capitolo seguente, quando esporremo le argomentazioni difensive di padre Livio e cercheremo di dare una valutazione complessiva del “caso”. 

Il nostro resoconto si basa principalmente su quanto figura nel sito di Marco Corvaglia (www.marcocorvaglia.com), che offre una ricostruzione accuratissima e documentata dei fatti. Molto utile pure un altro blog, http://abateoimpertinente.wordpress.com/. Va precisato che alcuni documenti fondamentali si trovano anche nel sito di Radio Maria (http://www.radiomaria.it/).  

 

Di padre Vlasic, anche chi non era particolarmente informato sui retroscena di Medjugorje sapeva che aveva recitato un ruolo importante nel mondo delle apparizioni per tre anni a partire dall’agosto dell’81: era stato viceparroco di san Giacomo (a prescindere dal fatto che, formalmente, fosse stato o meno il “direttore spirituale” dei veggenti); e il vescovo Zanic l’aveva addirittura accusato di essere l’ideatore delle apparizioni.

Poi era stato trasferito a Vitina, approdando alla fine in Italia, dove aveva fondato una comunità religiosa a cui aveva in un primo tempo aderito la veggente Marija. Quest’ultima, però, insoddisfatta dell’esperienza, aveva poi mutato l’indirizzo della sua vita, scegliendo la via del matrimonio e della famiglia. Quanto al frate, non era più rientrato nel mondo ruotante intorno alle apparizioni.

 

Il 25 gennaio del 2008, alle indiscrezioni poco benevole circolanti su padre Tomislav viene ad aggiungersi un elemento inequivocabile: un decreto della Congregazione per la Dottrina della fede gli impone “severe misure catelari e disciplinari”.

Questi gli addebiti: “divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum” (ossia contro il sesto comandamento, che riguarda i peccati di natura sessuale).

 

Il 30 maggio poi la Congregazione chiede formalmente al vescovo di Mostar di rendere pubblico, “per il bene dei fedeli”, il contenuto del decreto, in quanto il frate (il cui caso, si precisa, viene trattato “nel contesto del fenomeno Medjugorje”) non ha ottemperato alle intimazioni fattegli e risulta essere attivo in vari modi nella diocesi di Mostar-Duvno.

Mons. Peric dà corso alla richiesta con una circolare dell’8 luglio, in cui menziona anche i provvedimenti presi a carico del religioso: in sostanza, gli “sono proibiti l’esercizio della ‘cura d’anime’, la predicazione, i pubblici interventi, ed è revocata la facoltà di confessare”, salvo ravvedimento da verificare mediante esame da parte della Congregazione.

Si aggiunge però che “in caso di contumacia si procederà al processo penale giudiziale in vista di più aspre sanzioni, non esclusa la dimissione, considerati anche i sospetti di eresia e scisma nonché di atti scandalosi contra sextum, aggravati da motivazioni mistiche.”

 

Nello stesso numero 8/9 del 2008 del Bollettino diocesano che ospita la circolare di mons. Peric figura anche un contributo di p. Ante Luburic, cancelliere della diocesi  di Mostar, che traccia la storia dei rapporti tra p. Vlašić e il fenomeno Medjugorje.

Da esso risulta tra l’altro che il nostro frate poco prima dell’inizio delle apparizioni ebbe singolari contatti a Roma con esponenti del Movimento carismatico, tanto da legittimare il sospetto che proprio tali contatti siano stati all’origine delle apparizioni stesse.

Si ricordano poi due lettere scritte dal religioso al Papa nel 1984, lettere nelle quali egli si proclamava colui che “per Divina Provvidenza guida i veggenti di Medjugorje”; si riferisce che a Urs von Balthasar il frate avrebbe assicurato nel 1983 l’imminente entrata dei veggenti in convento; si aggiunge infine che con lettera del 5 dicembre 1997 mons. Peric “ha dichiarato che fra Tomislav Vlašić è privo della facoltà di confessare nel territorio delle Diocesi di Mostar-Duvno e Trebinje-Mrkan”.


Quali sono le infrazioni al sesto comandamento contestate a padre Vlasic? Naturalmente il documento vaticano non fornisce dettagli; ma è impossibile non chiedersi se non si tratti delle prove finalmente acquisite circa un’accusa che era già stata mossa al frate molto tempo addietro. Egli sarebbe stato infatti il protagonista, già cinque anni prima dell’inizio delle apparizioni, di un caso clamoroso di cui ci viene offerta la ricostruzione seguente.

 

Nel 1976 p. Tomislav mette incinta una suora, tale Manda Kozul. Questa si rifugia per partorire in Germania, da dove nell’84 informa con una lettera mons. Zanic della paternità di p. Vlasic; quando però il vescovo si reca da lei, vedendo anche il bambino, nega addirittura di aver scritto la lettera.

Poco le serve, tuttavia, perché l’anziano che la donna accudiva trova alcune lettere quanto mai esplicite scrittele da Vlašić e le invia al card. Ratzinger, da lui conosciuto quando questi era vescovo di Monaco. Il cardinale le trasmette a mons. Zanic, che ovviamente chiama il frate a discolparsi (12 dicembre 1985); ma l’accusato rifiuta di difendersi, considerando la cosa degradante, e proclama che alla sua difesa provvederanno la Madonna e la verità.

 

La conclusione della vicenda è confermata, tra gli altri, anche da René Laurentin; ma si può dire altrettanto per il nocciolo della ricostruzione, ossia per i rapporti tra il frate e la monaca?

“Alcuni estratti di quelle lettere furono pubblicati nel 1988 nel libro Medjugorje: the untold story, del giornalista E. Michael Jones, direttore del periodico cattolico statunitense Fidelity”; così Marco Corvaglia, che mostra in facsimile alcune pagine del libro. Ma Laurentin, in “Medjugorje. Testamento”, afferma che “le lettere di Manda, conservate presso il vescovado, presentano diverse calligrafie, cosa sorprendente se sono state scritte dalla stessa persona”.

Vi è poi, come si è detto,  la formale smentita da parte dell’interessata; e resta il fatto che il protagonista (che era già stato allontanato da Medjugorje) non fu certo punito con la durezza che avrebbe meritato la colpa commessa, qualora fosse stata accertata al di là di ogni dubbio.

 

A questo punto si apre un capitolo particolarmente interessante dei rapporti tra il frate e i veggenti, o, per meglio dire, tra p. Tomislav, che si sposta in Italia, e la veggente Marija Pavlovic. Qualche anno prima, nel 1983, il religioso aveva fondato un gruppo di preghiera che dirigeva in collaborazione con Jelena Vasilj, una delle due “veggenti di seconda generazione”, e Marija vi era entrata subito.

Ma soprattutto la veggente risulta coinvolta in un’iniziativa di p. Vlašić che costituisce la prosecuzione dell’attività del gruppo di preghiera: l’ “aggregazione” “Regina della pace, completamente tuoi, per Maria a Gesù”, comunità che il frate fonda a Parma nel 1987 e dirige insieme ad Agnes Heupel, una donna tedesca  guarita prodigiosamente a Medjugorje.

Marija non si limita a dare una sorta di avallo ufficiale al programma di p. Tomislav, assicurando il religioso che la Vergine, appositamente interpellata, ha definito la sua iniziativa “un piano di Dio” (8 marzo 1987); ma offre anche una sua esplicita testimonianza su un opuscolo della comunità, “Una chiamata nell’anno mariano”, del 21 aprile 1988 (riportiamo dal blog di Marco Corvaglia; le sottolineature sono nostre):

 

Sento il bisogno di dire anch’io alcune parole riguardo a questa informazione che ha scritto Padre Tomislav [...]

Fin dalla sua costituzione mi sono inserita nel gruppo di preghiera, che la Madonna ha guidato attraverso Jelena Vasilj e Padre Tomislav Vlašić. [...]

Ho visto che i messaggi che giungevano attraverso Jelena chiarivano e completavano i messaggi che la Madonna dava a me.
All’inizio di quest’anno mi sono ritirata nel silenzio con alcune persone di quel gruppo di preghiera. Un giorno, qualche tempo prima della partenza, prima dell’apparizione abbiamo pregato la Madonna di darci la luce per poter comprendere il programma che Lei aveva dato attraverso Agnes Heupel e Padre Tomislav Vlašić.
La Madonna è venuta, era contenta. Ha pregato su tutti noi e ha detto: “Cari figli, vi do un dono speciale, il dono della libertà, affinché possiate decidervi per Dio. Io benedico la libera decisione di ciascuno di voi”. Così mi fu chiaro che potevo decidermi per questa strada, dal momento che attendevo l’occasione per potermi ritirare in silenzio e preghiera.
Come vedete, la Madonna ha dato un programma per la Comunità “Regina della Pace, completamente tuoi, per Maria a Gesù”, e conduce questa Comunità attraverso Padre Tomislav e Agnes, attraverso la quale giungono i messaggi per la Comunità.
Sono nella Comunità da più di un mese e mezzo…”

 

Senonché a questo punto finalmente alla Pavlovic si aprono gli occhi, ovvero qualcuno glieli fa aprire. Neanche tre mesi dopo infatti, in data 11 luglio 1988, la veggente con un gesto clamoroso scrive una lettera alla Congregazione per la dottrina della fede in cui smentisce formalmente che vi siano legami tra Medjugorje e l’iniziativa di padre Tomislav. 

Il testo è redatto dall’autrice in duplice versione, croata e italiana, e viene pubblicato tra l’altro dalla curia di Mostar; noi riportiamo la versione italiana quale appare nel sito di Radio Maria, in cui figura pure la fotocopia del manoscritto originale (anche qui le sottolineature sono nostre):

 

Mi trovo nella necessità morale di fare davanti a Dio, la Madonna e la Chiesa di Gesù Cristo, le seguenti dichiarazioni:

 

1. Dai testi "Una chiamata nell'anno mariano" e dalla testimonianza che porta la mia firma, appare che io avrei portato come risposta della Madonna ad una domanda di Padre Tomislav: "Questo è un piano di Dio"; cioè appare che io avrei dato, da parte della Madonna, a Padre Tomislav la conferma e l'approvazione esplicite dell'Opera e del programma intrapresi in Italia con il gruppo di preghiera di Medjugorje.

 

2. Ora, dichiaro che mai ho chiesto alla Madonna una conferma qualsiasi per l'Opera intrapresa da P. Tomislav e Agnes Heupel. Mai ho chiesto esplicitamente per me se dovevo far parte dell'Opera, e mai ho ricevuto dalla Madonna un'istruzione qualsiasi a proposito del gruppo, salvo che ognuno doveva essere libero di scegliere per la propria vita.

 

3. Dai testi e dalla testimonianza che porta la mia firma appare che la Madonna mi avrebbe mostrato che la comunità ed il programma di P. Tomislav ed Agnes Heupel erano la strada di Dio per me e per gli altri. Ora, ripeto che mai ho ricevuto dalla Madonna né ho dato a P. Tomislav o a qualsiasi altra persona una tale conferma ed istruzione da parte della Madonna.

 

4. La testimonianza tale quale è pubblicata in italiano non corrisponde alla verità a proposito della prima iniziativa. Personalmente non ho avuto nessun desiderio di fare qualsiasi dichiarazione scritta. Padre Tomislav mi ha suggerito con insistenza di scrivere come veggente una testimonianza che il mondo aspettava.

 

5. Devo anche dichiarare che la redazione come è presentata e la mia firma suscitano alcune domande. Io per il momento posso dare a tutte le domande possibili questa unica risposta, che do, lo ripeto, davanti a Dio, davanti alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo: tutto quel che può essere percepito come conferma e approvazione esplicita dell'Opera di P. Tomislav ed Agnes Heupel da parte della Madonna tramite me è assolutamente estraneo alla verità, ed è anche estraneo alla verità il pensiero che io abbia avuto il desiderio spontaneo di scrivere quella testimonianza.

 

6. Credo come un obbligo morale mio, ripetere, sempre davanti a Dio, alla Madonna ed alla Chiesa, la seguente dichiarazione: dopo sette anni di quotidiane apparizioni, dopo la più intima esperienza che ho della delicatezza e della prudenza della Madonna, dopo tutto quello che posso ricordarmi dei consigli della Madonna, e delle risposte della Madonna alle domande personali, posso dichiarare che non è possibile sostenere che l'Operazione celeste ed il messaggio globale della Madonna a Medjugorje abbiano come conseguenza santa, come collegamento voluto dalla Madonna, l'Opera e la programmazione intraprese in Italia da P. Tomislav ed Agnes Heupel.

Ed è anche necessario aggiungere in questo luogo che le apparizioni quotidiane continuano. Questa dichiarazione, la firmo davanti al Santissimo Sacramento e la destino a tutti quelli che sono di cuore legati all' "Operazione" della Madonna a Medjugorje.

11.7.1988

Firmato: Marija Pavlovic

 

Commenteremo la lettera quando esporremo la strategia difensiva di padre Livio. Per ora ci limitiamo a sottolineare che Marija confessa apertamente di aver reso in precedenza una testimonianza inveritiera.

Quanto ai motivi della sua clamorosa ritrattazione, pare che non vi sia estranea la visita, avvenuta pochi giorni prima, di una giornalista americana della stessa rivista il cui direttore aveva ricostruito in un libro la storia del figlio avuto da padre Tomislav. Nella circostanza il frate, intervistato dalla giornalista, negò ogni coinvolgimento nella vicenda; ma potrebbe essere stato proprio il timore di uno scandalo a spingere Marija all’incredibile dietrofront.

Con l’estate del 1988 possiamo considerare conclusa la storia dei rapporti di padre Vlasic con i veggenti di Medjugorje. Non che il religioso tiri i remi in barca e si metta a rigar dritto: una decina d'anni dopo dà avvio a una nuova spettacolare iniziativa, la cui musa è questa volta una carismatica genovese, tale Stefania Caterina, specialista in incontri con esseri extraterrestri sui quali si diffonde in un libro di ben 300 pagine, “Oltre la grande barriera”, pubblicato nel 2008.

Chi vuole può trovare una copiosa informazione sui dettagli di tali rivelazioni ufologiche in un articolo (di parte, ma molto serio e accurato) di p. Francois Dermine; articolo reperibile, anche in versione audio, nel sito di Radio Maria. Noi ci disinteressiamo dell’argomento perché evidentemente questi sviluppi non hanno più nulla a che vedere con il fenomeno Medjugorje, non coinvolgendo alcuno dei suoi protagonisti, salvo l’ormai irrecuperabile e inattendibile Tomislav Vlašić.

Per meglio dire, un legame fra Medjugorje e le divagazioni interplanetarie di  Stefania Caterina sussiste, ed è una ricaduta negativa del protagonismo di p. Tomislav. A quanto sembra, infatti, il libro della veggente genovese viene commercializzato anche fra i pellegrini che si recano in Bosnia, oltre che, online, da alcuni siti medjugoriani.   

 

                               

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