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controapologetica
 
Friday, 29 March 2024
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                Conseguenze degli eventi annunziati dai segreti

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Gli eventi che i segreti anticiperanno di tre giorni saranno eventi dolorosi (farà sicuramente eccezione soltanto il terzo, che consisterà nella comparsa, sulla collina delle prime apparizioni, di un segno bellissimo e permanente destinato, almeno in via di principio, a convincere anche i più increduli della presenza della Vergine).  

 

Mirjana usa il termine “sventure” (VCM, p. 291), e, come già si è ricordato, sarebbe scoppiata a piangere vedendo come in un filmato gli sconvolgimenti causati in una regione del mondo dal compiersi del primo ammonimento (PF 309) .

Gli ultimi sette segreti “suonerebbero più gravi, soprattutto gli ultimi quattro. Vicka ha pianto ricevendo il nono e Mirjana ricevendo il decimo” (MATM, p.168; e ne abbiamo una conferma nella citata “Lettera”: “Il nono e il decimo segreto sono gravi”). 

Il settimo segreto poi è apparso ai veggenti tanto doloroso che hanno chiesto e ottenuto, mediante la preghiera, che venisse “mitigato”.

Anche padre Livio ama alludere agli ultimi sette segreti come alle sette coppe dell’ira divina di cui parla l’Apocalisse.

 

Tali prospettive di catastrofi ovviamente non possono non seminare panico. Ed ecco allora scattare l’opera di rassicurazione: non si tratta di preannunzi apocalittici nel senso corrente del termine, non è in questione la fine del mondo.

E’ vero che si utilizzano, dice padre Livio, termini e immagini dell’Apocalisse di san Giovanni; ma l’Apocalisse stessa aveva la funzione di confortare i cristiani sotto l’infuriare della persecuzione mostrando loro la spettacolare vittoria finale dei buoni.

All’uscita da questo passaggio doloroso apparirà all’umanità un “golfo di luce”, un “tempo di primavera”; per cui il momento presente, per quanto foriero di sciagure, è pur sempre un tempo di grazia: se è vero che ci attendono prove difficili, è altrettanto vero che la Vergine è accanto a noi per accompagnarci nell’arduo cammino.

 

Si fa poi notare che i veggenti son tutti padri e madri di famiglia, e ciononostante non appaiono angosciati per il futuro dei loro rampolli.

Dal canto loro, i veggenti ripetono continuamente che la Madonna non si propone di spaventarci, bensì di ammonirci.

 

Molte di queste argomentazioni appaiono fragilissime. Che la Madonna non abbia lo scopo ultimo di spaventarci è ovvio, ma in sé è assai poco rassicurante. La paura è certo un mezzo per rendere efficace l’ammonimento, non un fine; ma non è per questo meno concreta.

E quanto al fatto che gli eventi in questione non porteranno la fine del mondo, be’, una simile affermazione avrebbe potuto ineccepibilmente venire usata anche per tranquillizzare gli uomini nell’imminenza del Diluvio … In quell’occasione ne restarono vivi otto: questa volta, chissà, potrebbero essere addirittura una ventina … Non si tratterà insomma di una catastrofe, di un esito apocalittico: vi sarà solo … una semicatastrofe, un esito semiapocalittico.

 

Ed è parimenti risibile la tesi che la problematica dei segreti, volta appunto ad ammonire, non intende aprire finestre sul futuro indulgendo al volgare desiderio degli uomini di avere vaticini su ciò che li attende.

È evidente infatti che le due cose sono strettamente associate: non si può ammonire senza presentare l’esito futuro di determinati comportamenti umani, appunto per orientare l’uomo nella scelta.

Del resto, questa argomentazione difensiva si applica solo agli aspetti negativi della profezia, mentre quelli positivi (il golfo di luce, il tempo di primavera) non si esita a presentarli, come abbiamo detto, nella loro inequivocabile realtà di eventi futuri.

 

A questo punto entra in gioco un’altra variabile: la differenziazione tra i destini e i comportamenti degli uomini chiamati a vivere queste drammatiche vicende.

“Chi prega non ha paura”; “Chi sente Dio come padre e Maria come madre non ha paura”; “La paura non esiste se Dio e la Madonna sono al primo posto nel tuo cuore”: ecco alcuni degli slogan ricorrenti con cui si cerca di tranquillizzare i devoti un po’ spaventati.

Si dovrebbe dedurne che i castighi saranno in qualche modo selettivi, colpiranno cioè in primo luogo - forse addirittura esclusivamente - chi non prega e non ha coltivato l’amore per Dio e per la Vergine, mentre ai devoti si spalancherà il meraviglioso tempo di primavera, in cui il bene prevarrà sul male, anche se il male non sarà scomparso.

Ma le prospettive non sono per nulla rassicuranti.

 

Nella lettera al Papa scritta da padre Tomislav per conto dei veggenti e della Madonna il 2 dicembre 1983 si dice testualmente, abbiamo visto, che “dopo il segno visibile, quelli che resteranno in vita avranno poco tempo per convertirsi”.

Si deve dunque pensare che vi sarà l’eliminazione fisica – immediata e simultanea – di buona parte dell’umanità (cfr. quel che dice Gesù: “in quella notte due si troveranno in un solo letto; uno verrà preso e l’altro lasciato …” Lc 17, 24).

Si impongono allora alcune considerazioni.

  

1) Dal momento che si dice che i sopravvissuti avranno poco tempo per convertirsi, è chiaro che tra loro vi saranno molti non (ancora) convertiti, ossia “reprobi”; dunque  si deve supporre che la prima “scrematura” non abbia colpito in modo mirato i cattivi e preservato i buoni: se nel secondo gruppo vi sono dei cattivi (presumibilmente molti: l’espressione usata farebbe addirittura pensare che tutti i superstiti siano bisognosi di conversione), nel primo verosimilmente vi erano dei buoni.

  

2) Se vi sarà una falcidie tale da indurre a parlare di “quelli che resteranno in vita”, allora i rapporti sociali, così come quelli familiari ed umani in generale, subiranno una lacerazione spaventosa. Sicché parlare del susseguente trionfo del Cuore immacolato di Maria come di un “golfo di luce”, di un’epoca di pace meravigliosa, pare decisamente di cattivo gusto.

Dopo la tremenda mazzata che avrà decimato l’umanità, “quelli che resteranno in vita” si ritroveranno in un mondo lugubre e spettrale, in un’atmosfera da “day after”, privati di una quantità di persone che amavano e che, a differenza di loro, saranno state “prese”.

Il trionfo del Cuore immacolato si instaurerà in un mondo funestato dal luttuoso lamento rinnovante l’angoscia di Rachele che piange i suoi figli. Altro che “tempo di primavera”!

 

Senza contare, poi, che con tante “eliminazioni” lo svolgimento stesso della vita quotidiana risulterà oltremodo alterato, precario, difficile.

E padre Livio non si accorge di quanto sia infelice - al limite dell’umoristico, pur nella sua allucinante tragicità – l’esempio di Lot che egli cita: scampati allo sterminio per una straordinaria benevolenza divina, i “fortunati” superstiti si trovarono a vivere in condizioni tali che le figlie si videro costrette a far sbronzare il padre per accoppiarsi con lui. O quale meraviglioso “golfo di luce”!

  

3) Che significa propriamente “quelli che resteranno in vita avranno poco tempo per convertirsi”? Che succederà dopo questo “poco tempo”? 

Due sole sono le risposte possibili:  

a) chi non si sarà convertito morirà e finirà dannato. In tal caso per i “sopravvissuti tra i sopravvissuti” la situazione che si è or ora tratteggiata sarà ancora più tragica;

b) tutti quanti moriranno e vi sarà la fine del mondo: in tal caso non vi è spazio alcuno per il trionfo del Cuore immacolato di Maria.

 

Vediamo così quale mostruoso groviglio di problemi ci si presenta non appena cerchiamo di rintracciare una logica nello svolgimento di tali eventi apocalittici utilizzando anche solo un paio di indicazioni sicuramente attribuibili alla Madonna ma di regola taciute (o quanto meno non esplicitate sino alle ultime conseguenze) nello schema di previsione di padre Livio.

 

Il grande assente, negli scenari delineati dai sostenitori dei segreti, è il concetto che gli eventi dolorosi destinati a propiziare l’avvento del tempo luminoso di primavera opereranno una tragica decimazione dell’umanità.

Nei numerosi libri di padre Livio, come abbiamo visto, non si fa cenno della drammatica lettera di padre Tomislav. Antonio Socci, che la pubblica integralmente (peraltro senza neppure ricordare il nome dell’estensore), non si sofferma nemmeno un istante a riflettere sui suoi contenuti angosciosamente “apocalittici”.

 

A dire il vero, padre Livio qualche ammissione su questo tema la fa: “La prospettiva dei dieci segreti […] basta da sola a conferire alle apparizioni di Medjugorje una prospettiva apocalittica” (AS 194).

E occasionalmente, per il desiderio di procurare strizza, arriva addirittura a scrivere: “La Madonna ripete più volte che non bisogna aspettare il tempo dei dieci segreti per convertirsi. Allora sarà troppo tardi. Quello non sarà un tempo di conversione, ma piuttosto di selezione” (AS 192). E poco oltre parla di “necessaria selezione e dolorosa purificazione” (p. 211). È l’immagine evangelica dell’ “uno sarà preso e l’altro lasciato”, ovvero il “quelli che resteranno in vita” della lettera di padre Tomislav.

Non è poco; ma purtroppo lo spunto viene subito lasciato cadere, sicché non si affronta il tema della spaventosa drammaticità di questa selezione, non se ne evidenzia la portata oggettivamente angosciosa, tale da vanificare ogni prospettiva di un futuro lieto e sereno.

 

E non attenuano certo l’angoscia messaggi come quello che Laurentin assegna alla primavera del 1983: “Affrettate la vostra conversione, non aspettate il segno annunciato. Per coloro che non credono, sarà troppo tardi” (VAM, p. 201; in internet troviamo, sotto la data del 2 settembre 1982: “Affrettatevi a convertirvi! Quando si manifesterà sulla collina il segno promesso sarà troppo tardi”).

 

Ecco dunque che il segno che dovrebbe testimoniare in modo inoppugnabile la venuta della Vergine, destinato in primo luogo proprio agli increduli ostinati, mancherà completamente il suo scopo! (Sul problema della controversa funzione del “segno” si tornerà nel capitolo Qualche approfondimento.)

 

Per di più, un’affermazione di questo genere fa addirittura pensare che la dinamica dei dieci segreti comporti l’abolizione di quelle che sono le ordinarie possibilità di salvazione in punto di morte, mediante contrizione e attrizione; sicché lo straordinario piano salvifico di Maria potrebbe alla fine salvare meno anime di quante se ne salvano normalmente.

 

Quel che è più inquietante è comunque il fatto che si possono nutrire molti dubbi sulla possibilità che quel “mondo” che deve assolutamente convertirsi (“Se il mondo si convertirà …”) venga convenientemente avvertito dell’assoluta necessità di tale conversione, ossia delle tragiche conseguenze di una conversione mancata.

Se si pensa che ai “Cari figli” parrocchiani di Medjugorje l’essersi sentiti dire cento volte di pregare, pregare e pregare, per anni e anni, non è stato ancora sufficiente perchè preghino come si deve, come valutare il tempo irrisorio lasciato all’umanità per evitare la catastrofe?

 

Giona aveva lasciato quaranta giorni agli abitanti di Ninive; qui, dopo decenni di quotidiani fittissimi colloqui con una mezza dozzina di veggenti, a qualche miliardo di persone si richiederà una conversione lampo.

Il mondo verrà a sapere dei segreti (non si sa bene da chi, né in che modo, né quando, come abbiamo visto) e avrà tre giorni di tempo per convertirsi (unica via per tentar di scongiurare l’evento luttuoso)!

Impossibile trattenere una domanda: ma dove ha la testa la Madonna?

 

Non è la domanda ad essere blasfema. Blasfemo è attribuire alla Vergine un “piano” così insensato; blasfemo è scrivere che questo margine di tre giorni è un “dono straordinario” della “divina misericordia” (DD 119).

 

E questo si chiamerebbe fare tutto il possibile per salvare il mondo? Per “portare in cielo tutte le anime”(!)?  

 

 

 

 

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